Il Governo degli Asburgo in Ungheria, che ebbe inizio nel 1527, durò per quasi quattrocento anni, fino alla dissoluzione della monarchia asburgica, nel 1918. Gli immigrati tedeschi, invitati dagli agenti degli Asburgo su richiesta del Parlamento ungherese, vissero pacificamente fianco a fianco nelle città e nei villaggi con altri gruppi etnici. C'erano comunque molte autorità ungheresi di origine magiara, tuttavia, che soffrivano dal dover accettare le autorità non Magiare e la germanizzazione voluta degli Asburgo. La fedeltà degli Svevi andava agli Asburgo, che avevano liberato la terra da l’Impero Ottomano e organizzato il programma di reinsediamento.
Sotto gli Asburgo, la lingua tedesca sostituì il latino come lingua ufficiale dell'Ungheria, e l'influenza tedesca fu molto forte nelle città. Nel 1740 anche Budapest era una città prevalentemente tedesca.
In campagna, i contadini tedeschi erano i migliori contadini e nelle città molti dei maestri artigiani tra i mugnai, sarti, calzolai, muratori e altri artigiani erano tedeschi. In tutta l'Ungheria, gli Svevi ricoprirono numerosi incarichi negli uffici governativi.
La nobiltà ungherese, per contrastare l'influenza Sveva, voleva fare del Magiaro (Ungherese) la lingua ufficiale del paese e sostenne gli studiosi nello sviluppo della letteratura magiara. La religione, inoltre, fu un'altra fonte di conflitto, dal momento che gli Asburgo avevano voluto far avanzare la religione cattolica in un paese che era stato prevalentemente protestante (luterano, calvinista e unitario).
L'Imperatore Giuseppe II d'Asburgo, che fu anche Re di Ungheria dal 1780 al 1790, tentò di ridurre l’attrito tra cattolici e protestanti promuovendo la "patente di tolleranza" nel 1781. Introdusse anche altre riforme con l’intento di migliorare la vita dei contadini Magiari, sottraendoli alla giurisdizione della nobiltà feudale e tassando i nobili aumentando la quota dell'Ungheria per sostenere i costi del governo. Dopo la morte di Giuseppe II, molte delle sue riforme vennero annullate ed i Magiari iniziarono a reclamare una maggiore autorità.
Nel 1844, il governo Ungherese approvò il Magiaro come lingua ufficiale per il governo, l’educazione e la religione. Questo fu l’inizio del programma di "magiarizzazione", principalmente diretto contro la popolazione di lingua tedesca di Ungheria. I magiari volevano una maggiore indipendenza dal dominio austriaco. Nel 1867 venne raggiunto un compromesso con l’Imperatore Francesco Giuseppe che portò alla formazione della doppia monarchia dell'Austria-Ungheria.
Nel 1868, il progetto di legge sulla Nazionalità assicurò che tutti i cittadini di Ungheria godevano la parità dei diritti, ma affermò anche il Magiaro come lingua ufficiale. La legge del 1879 sull'educazione rese obbligatorio l'insegnamento della lingua magiara, favorendo l'assimilazione delle minoranze etniche. Gli Svevi del Danubio erano il più grande gruppo tra le minoranze linguistiche in Ungheria e alcuni, in particolare nelle città, furono assimilati al punto di cambiare i loro nomi di famiglia con versioni magiarizzate.
L’accesso all'istruzione ed ai privilegi di uno status sociale più elevato
richiesero tale assimilazione, e quelle minoranze che accettarono la
"magiarizzazione" non furono sottoposte a discriminazione. I Villaggi
rurali Svevi furono meno interessati dalla magiarizzazione, visto il loro
isolamento e lo stile di vita agraria che rimase relativamente stabile.