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La storia
degli Svevi del Danubio

la storia in sintesi

Chi erano gli Svevi del Danubio

le guerre tra l'Austria e la Turchia

il Principe Eugenio di Savoia

i programmi di insediamento

le aree di insediamento

il viaggio sul Danubio

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i programmi di insediamento

L’accordo di pace di Carlowitz del 1699 aveva già portato l’Ungheria, ad eccezione del Banato, sotto il controllo degli Asburgo con l’Imperatore Leopoldo I.

In seguito, il Principe Eugenio di Savoia catturò il Banato, e la provincia venne ceduta all’Imperatore Carlo VI d’Asburgo con il Trattato di Passarovitz del 21 luglio 1718. Il Banato, considerato un territorio del Sacro Romano Impero,  venne amministrato da Vienna.


l’Imperatore Carlo VI d’Asburgo

Per 150 anni l'Ungheria è stata in mani ottomane e, durante tale periodo, la popolazione locale era diminuta di oltre la metà. Nonostante vi sia già stata un’emigrazione tedesca in Ungheria prima di questo tempo, l’espulsione dei turchi portò ad un programma organizzato, promosso dagli Asburgo, per l'insediamento di nuovi contribuenti nei territori conquistati.

Gli Asburgo avevano tre obiettivi: rafforzare la terra contro l’invasione, sviluppare terreni agricoli, e favorire la religione cattolica nell’Europa orientale. Così offrirono ai cattolici del sud-ovest tedesco molti incentivi quali liberi terreni agricoli, fattorie, materiali da costruzione, bestiame e l’esenzione dalle tasse per diversi anni. In cambio veniva chiesto ai coloni che riconoscessero l'Imperatore della Casa d'Asburgo come loro sovrano; che fossero di fede cattolica; che difendessero i territori loro assegnati dalle invasioni turche.

Già nel 1689 fu rilasciato un primo editto d'insediamento, con il quale furono reclutati in modo organizzato coloni tedeschi per quei territori Ungheresi liberati dai Turchi. Così i primi coloni migrarono nel 1687 nella Turchia Sveva, nel 1691 nelle montagne centrali ungheresi, nel 1692 nel Ofner Bergland, nel 1698 nello Szerém, nel 1702 nella Selva Baconia, nel 1702 nella Backa, nel 1712 a Satu Mare e nel 1716 nel Banato.

Tra il 1703 e il 1711, a causa di diverse rivolte degli ungheresi contro gli Asburgo, gran parte degli insediamenti tedeschi furono distrutti e così solo dopo il 1711 ebbe di nuovo inizio l'insediamento di coloni tedeschi.

Con la colonizzazione, conosciuta come “Der Grosse Schwabenzuge” o a "Grande Migrazione Sveva”, ebbe luogo il ripopolamento della pianura pannonica lungo il Danubio. La maggior parte della migrazione si svolse in tre fasi che presero il nome dai loro sostenitrori Asburgo:
1. La “Karolinische Ansiedlung” o colonizzazione di Carlo, che si verificò dal 1718 al 1737;
2. La “Maria Theresianische Ansiedlung” o colonizzazione di Maria Teresa, che si verificò dal 1744 al 1772;
3. La “Josephinische Ansiedlung” o colonizzazione di Giuseppe II, che si verificò dal 1782 al 1787.


la “Karolinische Ansiedlung”


l'Imperatore Carlo IV d'Asburgo

La “Karolinische Ansiedlung” o colonizzazione di Carlo IV, si verificò dal 1718 al 1737, i primi che insediarono le città dopo la conquista del Banato, avvenuta nel 1718, furono funzionari tedeschi, artigiani, mercanti e minatori. Con questo 1° programma d'insediamento promosso dall'Imperatore, l'Austria volle accelerare la ripopolazione della regione, dopo le guerre turche.

Si presume che in totale furono circa 20.000 coloni provenienti dal Belgio, dal Lussemburgo, dall'Alsazia e dalla Lorena, ma la maggior parte proveniva da sud-ovest della Germania. C'erano anche francesi, italiani e spagnoli, che però per il clima malsano del Banato, non resistettero molto tempo r lasciarono il paese al più presto. Ai protestanti veniva impedito di partire perché l'Imperatore voleva insediare nel Banato solo cattolici.

Ai coloni venne concesso il privilegio dell'esenzione dalle tasse per 3 anni, dopo di che i coloni dovevano pagare alle casse dello Stato una tassa di 12 fiorini per tre anni, 18 fiorini per sei anni e 24 fiorini per sempre.

I coloni ricevettero 1 Joch (in Austria: 1 Joch = 0,5755 ettari) per costruire la casa, 24 Joch di terreno coltivabile e 6 Joch di prato da pascolo, legname per la costruzione della casa e le attrezzature occorrenti per l'agricoltura, per la casa e per gli animali domestici. Il terreno desolato e paludoso, la mancanza di infrastrutture e le epidemie (malaria e malattie diarroiche) decimavarono i coloni e ostacolarono lo sviluppo economico del paese. Si diceva: "L'Ungheria è la tomba dei tedeschi". Solo nel corso dei 19° secolo il Banato divenne il granaio dell'impero asburgico.  I contadini tedeschi liberi del Banato sono stati considerati agricoltori esemplare e lì portò a grande prosperità.

Nel 1738 ci fu una nuova guerra contro i Turchi. Il Banato meridionale venne attaccato e gran parte delle comunità tedesche distrutte. Carestie, pestilenze e banditismo accompagnarono questa catastrofe. Il lavoro di una vita e il lavoro culturale tedesco sul Danubio vennero totalmente distrutti.


il Barone Franz von der Trenk
Comandante dei Panduri Serbi

Questa zona rimase ripetutamente senza protezione militare e quindi la popolazione tedesca restò priva di protezione dai Turchi. Per non sottrarre i tedeschi all'agricoltura, il che significava perdere una fonte di entrate fiscali, nel 1724 venne formata una milizia di confine composta da Panduri serbi, che poi furono tra i primi a saccheggiare i tedeschi indifesi.

Coloro che riuscirono a salvarsi, fuggirono verso i villaggi tedeschi del Banato settentrionale. Gli altri divennero vittime delle atrocità sia dei panduri serbi che dei banditi rumeni o vennero rapiti dei Turchi e deportati in schiavitù, a questo si aggiunse anche la peste. Alla fine del 1737 gli abitanti tedeschi del Banato settentrionale, per non subire la sorte di quelli del Banato meridinale, furono costretti ad armarsi.

Dopo la guerra turca del 1739 si cercò di reclutare nuovamente lavoratori qualificati e artigiani tedeschi per ricostruire le città devastate, ma l'emigrazione si avviò con grande difficoltà ed infine i 28 villaggi distrutti non furono più ricostruiti.


la “Maria Theresianische Ansiedlung”


l'Imperatrice Maria Teresa d'Asburgo

La “Maria Theresianische Ansiedlung” o colonizzazione di Maria Teresa, si verificò dal 1744 al 1772 e fu la seconda "Grande Migrazione Sveva”. La colonizzazione nel Banato e nella vicina Batschka ebbe luogo sotto l'imperatrice Maria Teresa d'Austria (1740 - 1780), figlia dell'imperatore Carlo VI. Come la prima "Grande Migrazione Sveva” fu concessa solo alla popolazione cattolica. Durante questa migrazione arrivarono nel paese 50.000 nuovi coloni.

Dal 1744 al 1768 ci fu una particolare forma di insediamento: due volte l'anno vagabondi, prostitute, bracconieri, contrabbandieri e contadini ribelli furono allontanati dalla loro patria e insediati nel Banato per il loro miglioramento morale.

I coloni provenivano dala Lorena, dal Lussemburgo, dalla Svevia, dal Tirolo, dall'Assia, dalla Renana, dal Saarland, dalla regione dell'Eifel-Mosella, dall'Elettorato Palatino, da Palatinato Anteriore e dalla Stiria.

Dal 1740 al 1752 ci fu un ulteriore migrazione di coloni con i quali vennero ripopolati i territori che erano stati avvandonati a causa della guerra turca e della peste (1738). Tra i coloni che raggiunsero il Banato ci furono anche 2.500 Valacchi provenienti dall'Oltenia e dalla Bulgaria.

Il 25 febbraio 1763 Maria Teresa emanò il cosiddetto brevetto di colonizzazione. Dopo la Guerra dei Sette Anni (1756 - 1763) furono insediati nel Banato ufficiali, sottufficiali e disabili dimessi dall'esercito austriaco e, successivamente anche altri sudditi dell'Impero.


una casa dei coloni (da un dipinto di Stefan Jäger)

Per il reclutamento dei coloni furono mandati dei reclutatori nel Sacro Romano Impero delle nazioni tedesche, in quanto i principi dei territori tedeschi meridionali, in un primo momento, si opponevano all'emigrazione dei loro sudditi.

Ai coloni, qualora si fossero stabiliti su una "Kameralgut" (proprietà della Camera), furono promessi i seguenti privilegi: l'esenzione fiscale per 6 anni; 1 Joch di terreno per la costruzione della casa; 24 Joch di terreno agricolo; 6 Joch di prato; 6 Joch di pascolo; il legname necessario per la costruzione della casa e la legna da ardere. Agli artigiani veniva concessa l'esenzione fiscale per 10 anni; per i costi di trasporto gli adulti ricevevano 6 Kreuzer mentre i bambini 2 Kreuzer; in un promo momento la spesa occorrente per la costruzione delle case veniva anticipata dal governo, mentre in seguito furono consegnate delle case costruite direttamente dallo Stato.

Il seguente quadro ci può dare la consistenza numerica dell'immigrazione dal 1768 al 1771:
anno 1768: 468 famiglie con 1.888 persone;
anno 1769: 815 famiglie con 3.124 persone;
anno 1770: 3.214 famiglie con 10.292 persone;
anno 1771: 438 famiglie con 1.585 persone;
Quindi un totale di 4.935 famiglie con 16.889 persone.


l'arrivo dei coloni (da un dipinto di Stefan Jäger)

Lafondazione di 30 insediamenti e l'espansione di 27 villaggi già esistenti venne a costare circa due milioni di fiorini renani. Nel 1773 l'insediamento si fermò.Vennero accettati ancora alcuni coloni isolati che però si misero in viaggio a proprie spese. Al completamento della colonizzazione di Maria Teresa la popolazione totale nel Banato ammontava a circa 450.000 anime, cinque volte superiore al tempo della conquista.


la “Josephinische Ansiedlung”


l'Imperatore Giuseppe II d'Asburgo

La “Josephinische Ansiedlung” o colonizzazione di Giuseppe II, si verificò dal 1782 al 1787 e fu la terza ed ultima "Grande Migrazione Sveva” che riguardò circa 30.000 nuovi coloni.

Come parte della spartizione delle proprietà terriere conquistate ai Turchi, queste vennero vendute a nobili sia austriaci che ungheresi, ai generali, ai fornitori dell'esercito, ai commercianti di bestiame serbi e greci. Ma questi, se volevano incamerare entrate dalle loro terre, dovevano cercare coloni.

Nel 1781 fu emanato il cosiddetto "editto di tolleranza religiosa" che permise per la prima volta  l'insediamento di non cattolici. (L'editto del 13/10/1781 permise ai luterani, ai calvinisti ed ai greco-ortodossi l'uguaglianza civile con i cattolici, per gli insediamenti che avessero da 100 membri in poi e distanti un'ora di cammino l'uno dall'altro, permise anche la costruzione  di scuole e di chiese, purchè fossero senza campane e l'ingresso non fosse sulla stradaproncipale e le scuole.


un villaggio (da un dipinto di Stefan Jäger)

Ai coloni contadini furono assicurati i seguenti privilegi:
esenzione dalle tasse per dieci anni (nel resto furono confermati i termini del regolamento della colonizzazione di Maria Teresa);
-oltre alle tasse i contadini dovevano pagare la decima e il padrone di casa doveva rendere la corvée al proprietario terriero;
- ogni famiglia riceveva una sessione piena di campo (32 catastali = 64 iugero) e 4 Joch al pascolo comune;
- la proprietà terriera era limitata: il colono poteva ereditarla ma non poteva venderla o scambiarla;
- la terra doveva essere resa coltivabile (ci volevano anni prima del primo raccolto).


il generale Ernst Gideon von Laudon

Siccome il Banato divenne nuovamente teatro di guerra l'insediamento dovette essere interrotto. Un pericolo per la provincia vigorosamente fiorente fu l'ennesima guerra ottomana del 1788-1789. Ancora una volta i Turchi invasero il paese e saccheggiarono 130 villaggi.

Il generale Ernst Gideon von Laudon respinse gli ottomani al Danubio e lì battè a Belgrado e Passarowitz. I villaggi e le città si ripresero molto rapidamente dalla recente invasione della “mezzaluna turca” e rifiorirono rapidamente.

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