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le guerre tra l'Austria e la Turchia


La Guerra austro-turca (1683-1699)


Leopoldo I di Asburgo

La grande guerra austro-turca combattuta da Leopoldo I di Asburgo durò sedici anni: dal 1683 al 1699. L'Impero ottomano cercò per la seconda volta (dopo l'assedio di Vienna del 1529), di occupare Vienna e quindi trovarsi così spalancata la porta dell'Europa centrale. Il fallimento dell'assedio condusse alla controffensiva asburgica nel corso della quale i turchi furono cacciati dal regno di Ungheria e la stessa finì sotto il dominio della Casa di Asburgo.

Nel 1529 i turchi dovettero interrompere il loro primo tentativo di occupare Vienna a causa della carenza di rifornimenti. Nella guerra austro-turca del 1663–1664 gli ottomani si spinsero nuovamente fino a Vienna ma furono fermati dall'esercito imperiale nella battaglia di Mogersdorf. Nove giorni dopo la battaglia fu siglata la pace con una validità di 20 anni. Un anno dopo la scadenza di questo trattato di pace il Gran Visir Kara Mustafa si mise in marcia verso Vienna.


il Duca Carlo V di Lorena

Quando il 7 settembre 1683 l'esercito al comando del Duca Carlo V di Lorena si unì a circa 30 chilometri da Vienna con quello del re di Polonia Giovanni III Sobieski, l'assedio durava già dal 15 luglio. Sotto la guida del re polacco lesercito sorprese quello ottomano e lo annientò il 12 settembre 1683 nella battaglia di Kahlenberg. Grazie a questa sconfitta turca, l'imperatore Leopoldo I vide finalmente l'opportunità di un contrattacco.


il Re di Polonia Giovanni III Sobieski

Con l'aiuto di Papa Innocenzo XI il 5 marzo 1684 fu stipulato il patto della “Lega Santa” contro gli ottomani. Il re di Polonia Giovanni III Sobieski, l'imperatore Leopoldo I e la Repubblica di Venezia stipularono così un patto il cui scopo era la lotta contro i turchi. Il primo obiettivo era la liberazione di Ofen. Fu intrapresa quindi una nuova campagna militare per la riconquista delle principali città ungheresi, che iniziò a metà del 1686. Il 2 settembre 1686 le truppe imperiali conquistarono la fortezza di Buda.

161 anni dopo che l'indipendente Ungheria era stata incorporata nell'Impero ottomano, nella pianura di Mohács il 12 agosto 1687 ebbe luogo una battaglia. L'esercito imperiale guidato dal Duca Carlo V di Lorena si scontrò con l’esercito turco.


la Battaglia di Mohacs 1526, dipinto di Bertalan Székely

Il Duca resse all'attacco turco ed il contrattacco dell’esercito condotto dal Principe Eugenio di Savoia, sconvolse le linee turche giungendo fino alle tende del Gran Visir.


monumento al Principe Eugenio di Savoia
alla "Heldenplatz" (piazza degli eroi) a Vienna

Mentre da parte imperiale si lamentarono non più di 600 caduti, le perdite turche assommarono a 10.000 morti. A seguito degli eventi. il duca di Lorena poté liberare Osijek e la Slavonia, mentre la Transilvania fu nuovamente annessa all'Ungheria.

Il parlamento ungherese attribuì agli Asburgo il diritto successorio alla corona e Giuseppe, il primo figlio dell'imperatore Leopoldo I, divenne re d'Ungheria.


Il principe Eugenio di Savoia

Il principe Eugenio di Savoia, che aveva condotto personalmente il contrattacco determinante a Mohács, fu generosamente premiato: nel gennaio 1688 ricevette il titolo di luogotenente-feldmaresciallo ed accolto nell'Ordine del Toson d'oro.

Il 19 agosto 1691 l'esercito ottomano subì una devastante sconfitta contro gli Austriaci nella battaglia di Slankamen  e dovette ritirarsi dall'Ungheria.

Dopo la fine della guerra di successione del Palatinato del 1697, il Principe Eugenio di Savoia fu nominato comandante in capo dell'esercito nella campagna contro i turchi. La situazione dell'armata era pessima: essa era composta prevalentemente da mercenari, le paghe arrivavano quasi sempre in ritardo e l'entusiasmo o lo spirito di obbedienza e sacrificio erano quasi scomparsi. Così il principe Eugenio, per poter almeno iniziare la campagna, dovette anticipare di tasca propria gran parte delle spese necessarie al sostentamento logistico delle sue truppe.


la battaglia di Zenta

Egli raccolse truppe dall'Ungheria e dalla Transilvania per arrestare l'avanzata ottomana. Dopo il ricongiungimento l'armata imperiale contava da 50.000 a 55.000 effettivi. L’11 settembre 1697 l'esercito turco si spostò verso nord lungo il fiume Tibisco per attraversarlo nei pressi di Zenta. Eugenio di Savoia attaccò l'esercito turco proprio mentre attraversava il fiume, infliggendogli una devastante sconfitta: il sultano perse 25.000 uomini, contro le perdite imperiali di 401 soldati e 28 ufficiali.


La pace di Carlowitz


il sultano Mustafà II
firmatario della pace di Karlowitz

Il 1698 trascorse senza battaglie e il 26 gennaio 1699 si giunse alla pace di Karlowitz. La Transilvania fu riunita all'Ungheria e questa all'Austria (cioè all'impero asburgico). Fino al Banato tutti i territori occupati dai turchi nel 16° secolo furono da questi perduti.

Il Banato rimase ancora sotto la sovranità turca ma vent'anni dopo, con la guerra austro-veneto-turca dal 1714 al 1718 anche questo entrerà a far parte dei territori dell'impero asburgico.


La guerra austro-turca (1716-1718)


il Papa Clemente XI

La debolezza dell'impero ottomano non consentì a quest'ultimo, negli anni subito successivi, la riconquista dei territori perduti. In quel periodo ebbe luogo solo una guerra di confine fra turchi e russi, terminata nel 1711 con il successo turco.

Incoraggiati da questo successo, i turchi progettarono una revisione del trattato di pace di Karlowitz, entrarono in guerra contro la Repubblica di Venezia, ritenendo che l'Austria, indebolita dalla Guerra di successione spagnola (1701 – 1714) appena terminata, non sarebbe intervenuta. Ma quando Papa Clemente XI stanziò una forte somma a favore dell'intervento austriaco, l'Austria, il 13 aprile 1716, rinnovò il patto con la repubblica di Venezia e decise di entrare in guerra contro gli ottomani.


la fortezza di Petrovaradin

Nel luglio del 1716 una armata turca di 200.000 uomini marciò verso la fortezza di Petrovaradin, scontrandosi con l’esercito imperiale condotto dal Principe Eugenio che aveva a disposizione circa 70.000 effettivi. L'attitudine del Principe all'iniziativa fece sì che egli ordinasse l'attacco alle postazioni ottomane per il 5 agosto. Il Principe Eugenio riuscì, con una manovra della cavalleria da lui direttamente condotta, ad aprirsi un varco nel fianco sinistro dello schieramento turco e i cavalleggeri ottomani furono letteralmente travolti dai corazzieri imperiali. Dopo cinque ore di combattimento la battaglia ebbe fine: 5.000 austriaci e 30.000 turchi avevano perso la vita.


La tomba del Principe Eugenio di Savoia
presso la Cattedrale di Santo Stefano a Vienna

Dopo la vittoriosa battaglia, il Principe Eugenio approfittò del vantaggio acquisito, attaccò la fortezza di Timisoara, la cui presa gli avrebbe consentito di occupare il Banato, ultima regione del vecchio Regno d'Ungheria ancora in mano turca. L'assedio della fortezza terminò con la capitolazione della guarnigione turca.

Con la cessione di Timisoara all'Austria ebbe termine più di un secolo e mezzo di dominio turco sul Banato, il quale rimase territorio degli Asburgo fino alla fine della Prima guerra mondiale.


La pace di Passarowitz


i territori persi dall'Impero Ottomano

Il 21 luglio 1718, con la pace di Passarowitz, si concluse il conflitto scoppiato nel 1714 tra l'Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia, al cui fianco era intervenuta anche l'Austria. La pace di Passarowitz si limitò a consolidare una serie di variazioni territoriali.

l'Impero Ottomano dovette cedere all'Austria il Banato, la Serbia settentrionale, una striscia di territorio bosniaco a sud della Sava e la Valacchia Minore. Questi ultimi due territori sarebbero poi ritornati ai Turchi con il trattato di Belgrado (1739).  Con questo trattato l'Austria raggiunse la sua massima estensione nella penisola balcanica.

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