La reputazione di Vlad l’Impalatore era notevolmente più scura in Europa occidentale che in Europa orientale ed in Romania. In Occidente, Vlad era stato descritto come un tiranno che aveva il piacere sadico di torturare ed uccidere i suoi nemici.
Il collegamento tra Dracula ed il Diavolo è stato utilizzato per la prima volta dai Sassoni della Transilvania, che erano ostili al grande Principe. Molte delle informazioni che abbiamo su di Vlad III vengono dalle “Storie tedesche del Re Dracula” pubblicate in Germania dopo la sua morte. Le storie vennero diffuse in forma di manoscritto alla fine del 15° secolo e, almeno inizialmente, avevano lo scopo politico di screditare Dracula. A quel tempo Matthias Corvinus, Re d’Ungheria, stava cercando di rafforzare la propria reputazione nel Sacro Romano Impero e poteva utilizzare gli opuscoli a giustificazione del suo scarso sostegno al suo vassallo.
Gli opuscoli furono anche una forma di intrattenimento di massa, in una società dove la stampa era appena entrata in uso diffuso. Proprio come i giornali scandalistici di oggi, la vita del crudele tiranno valacco faceva un certo sensazionalismo. il primo manoscritto fu scritto probabilmente nel 1462 prima dell’arresto di Vlad l’Impalatore, il testo fu poi stampato in Germania ed ebbe un forte impatto sul grande pubblico, diventando un best-seller del suo tempo con numerose edizioni successive, dove vi erano delle aggiune e modifiche del testo originale. Gli opuscoli furono ristampati più volte nei 30 anni successivi alla morte di Dracula, dando prova della loro popolarità.
Oltre che nei manoscritti ed opuscoli della versione tedesca delle storie, altre storie si possono trovare nel poema di Michel Beheim intitolato “Von der ainem Wütrich hies Trakle waida von der Walachei” (“Storia di un pazzo furibondo chiamato Dracula di Valacchia”), che fu scritto durante l’inverno del 1463 e diffuso alla corte di Federico III del Sacro Romano Impero.
A quel tempo erano diffusi 4 manoscritti e 13 opuscoli, oltre al poema di Michel Beheim. Complessivamente le storie tedesche su Vlad l’Impalatore consistono in 46 brevi episodi, anche se nessuno dei manoscritti, opuscoli o il poema di Beheim contenere tutte le 46 storie.
Tutti gli episodi iniziano con la storia del vecchio governatore, János Hunyadi, dopo che aveva ucciso il padre di Vlad, e di come Vlad e il fratello rinunciarono alla loro antica religione e giurarono di proteggere e sostenere la fede cristiana. Dopo questo, l’ordine ed i titoli delle storie si differenziano tra i manoscritti e gli opuscoli.
Le storie sono state scritte in tedesco molto probabilmente per motivi politici, in particolare per infangare l’immagine del sovrano valacco. La prima versione del testo tedesco è stata probabilmente scritta a Braşov da uno studioso Sassone della Transilvania. Secondo alcuni ricercatori, lo scrittore esprimeva il risentimento generale dei Sassoni di Brasov e di Sibiu, che avevano subuto l’ira di Vlad l’Impalatore dal 1456 al 1460. Sebbene vi sia uno sfondo storico per gli eventi descritti nelle storie tedesche, alcune sono esagerate o addirittura fittizie.
Il re ungherese Hunyadi Mátyás aveva anche ragioni politiche per promuovere l’immagine di Vlad l’Impalatore come un principe del male. Hunyadi Mátyás aveva ricevuto sovvenzioni di grandi dimensioni da Roma e Venezia per la guerra contro gli ottomani, ma a causa di un conflitto con l’imperatore Federico III, non poteva permettersi di partecipare alla guerra.
Facendo di Vlad l’Impalatore un capro espiatorio, Hunyadi Mátyás poteva giustificare le sue ragioni per non prendere parte alla guerra contro gli Ottomani. Arrestò Vlad l’Impalatore ed utilizzò una falsa lettera in cui Vlad l’Impalatore dichiarava la sua fedeltà a Maometto II, così come storie di orrore su di lui, per giustificarsi con il Papa. Nel 1462 e 1463, il tribunale di Buda diffuse le storie negative su Vlad l’Impalatore nell’Europa centrale e orientale, speculando sugli orrori a lui attribuiti.
Le storie, modificate dalla propaganda, divennero molto popolari nel mondo tedesco nei secoli 15° e 16°. Parte della ragione di questo successo è dovuto all’invenzione della stampa tipografica, che permise che i testi venissero diffusi ad un vasto pubblico.
Nelle storie tedesche, le atrocità di Vlad l’Impalatore contro la popolazione della Valacchia, a volte sono state interpretate come tentativi di far rispettare al suo paese il proprio codice morale. Secondo le storie tedesche, sembra che fosse stato particolarmente interessato alla castità femminile. Le fanciulle che avevano perso la loro verginità, le mogli adultere e le vedove disoneste erano tutte obiettivo della sua crudeltà. Vlad l’impalatore insisteva anche affinché il suo popolo fosse onesto e lavoratore. I commercianti che truffavano i loro clienti molto spesso si ritrovano infilzati su di un palo accanto ai ladri comuni.
Dopo la prima edizione del 1488, questa rappresentazione della crudeltà inimmaginabile del Principe assetato di sangue diventa sempre più raccapricciante, come la scena raffigurata in uno dei trenta racconti riscritti nel 17° secolo, dove è ritratto mentre pranza tra molti corpi dei boiardi impalati.
Le atrocità commesse da Vlad e descritte nelle storie tedesche comprendono l’impalatura, le torture, il bruciare, lo scuoiare, l’ebollizione delle persone, il far mangiare alla gente la carne dei loro amici o parenti, il tagliare gli arti, l’annegamento. Tutte queste punizioni venivano inflitte soprattutto a chi faceva quello che a Vlad piaceva meno di tutto: il rubare, il mentire ed il commettere adulterio. Altri metodi di punizione comprendevano la scuoiatura dei piedi dei ladri per poi metterci sopra il sale e lasciare che le capre lo lecchi. Questo era il modo con cui Vlad mantenne l’ordine, insegnando al chiunque che il furto non era tollerato nelle sue terre. Le punizioni venivano inflitte senza eccezioni: Vlad puniva chi non rispettava le sue leggi, uomini o donne, e non importava l’età, la religione o la classe sociale.
Ci sono indicazioni che, in una sola volta, sono state impalate migliaia di persone. Gli storici ci dicono di 10.000 impalati nella città di Sibiu (dove aveva vissuto Vlad) nel 1460. Un’altra affermazione sostiene che nel corso dell’anno precedente, il giorno di San Bartolomeo (in agosto), Vlad aveva impalato 30.000 mercanti e funzionari della città di Brasov, perchè non accettavano la sua autorità.
Il numero delle sue vittime varia da 40.000 a 100.000. Secondo le storie tedesche il numero delle sue vittime era almeno 80.000. In aggiunta alle 80.000 vittime, aveva distrutto e raso al suolo anche interi villaggi e fortezze. Questi numeri sono probabilmente esagerati.
Una delle xilografie più famose del periodo ci mostra Vlad che festeggia in una
foresta di pali con i loro macabri fardelli fuori dalle mura di Brasov, mentre
un carnefice vicino taglia le vittime. Questo luogo era conosciuto come la
“Foresta degli Impalati”. Accadde in questo bosco un fatto che ci descrive il
senso dell’umorismo di Vlad l’Impalatore: un servo si stringeva il naso e Vlad
gli chiese: “Perché lo fai?” Il servo gli rispose: “Non posso sopportare la
puzza, mio signore!” Vlad ordinò immediatamente di impalarlo e, alzando lo
sguardo verso il servo, disse: “allora devi vivere lassù, dove la puzza non ti
può raggiungere”.
Gli opuscoli tedeschi dipinsero Dracula come un mostro disumano che terrorizzava tutti e massacrava gli innocenti con gioia sadica. Gli opuscoli russi invece ne davano una visione un po’ diversa. In Russia, Dracula venne presentato come un principe crudele, ma le cui azioni erano dirette verso il bene del suo popolo. Nonostante le differenze di interpretazione degli opuscoli, il livello di accordo tra i vari opuscoli ha indotto molti storici a concludere che, almeno a grandi linee gli eventi descritto si sono effettivamente verificati.
La versione russa o slava delle storie di Vlad l’Impalatore, chiamato “Skazanie” o “Drakule voevode”, si pensa che sia stata scritta tra il 1481 e il 1486. La copia più antica esistente negli archivi russi è del 1490 e si conclude come segue: “In primo luogo scritta nell’anno 6994 (1486), il 13 febbraio, poi trascritta da me, il peccatore Elfrosin, per l’anno 6998 (1490), il 28 gennaio”. I racconti del Principe Vlad l’Impalatore non sono né cronologici né coerenti, ma sono soprattutto una raccolta di aneddoti di valore più letterario che storico.
Ci sono 19 aneddoti nelle storie russe che sono più lunghi e meglio costruiti delle storie tedesche. I primi 13 episodi non sono eventi cronologici, e molto probabilmente sono più vicini alla folcloristica tradizione orale su Vlad l’Impalatore. Gli ultimi sei episodi si pensa che siano stati scritti da uno studioso, perché sono cronologici e sembrano essere più strutturati.
Le storie iniziano, dopo una breve introduzione, con l’aneddoto sul fatto che fece inchiodare i cappelli sulla testa degli ambasciatori e finiscono con la morte di Vlad.
Dei 19 aneddoti, ce ne sono 10 che hanno analogie con le storie tedesche. Anche se ci sono somiglianze tra le storie russe e quelle tedesche, vi è una netta distinzione per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti del Principe. I racconti russi tendono a dargli un’immagine più positiva: egli è raffigurato come un grande sovrano ed un soldato coraggioso. Le storie di atrocità tendono a giustificarlo in quanto sono le azioni di un sovrano forte. Dei 19 aneddoti, solo quattro raccontano di una violenza esagerata. Alcuni elementi degli aneddoti sono stati aggiunti successivamente attingendo alle storie russe su Ivan il Terribile.
La nazionalità e l’identità dello scrittore originale delle storie russe è
conttroversa. C’è chi suppone che lo scrittore sia stato un sacerdote rumeno,
chi un monaco dalla Transilvania, chi un moldavo dalla corte di Stefano il
Grande. Una teoria sostiene che lo scrittore sia stato un diplomatico russo di
nome Fedor Kuritsyn.
La tradizione verbale rumena è un’altra importante fonte per conoscere la vita di Vlad Dracula. Le leggende ed i racconti riguardanti l’Impalatore fanno parte ancora oggi del folklore dei contadini romeni. Questi racconti sono stati tramandati da generazione in generazione per 500 anni. Attraverso un costante rielaborazione, sono diventati un po’ confusi e gradualmente vengono dimenticati dalle generazioni più giovani. Tuttavia, essi continuano a fornire informazioni preziose su Dracula e sul suo rapporto con il suo stesso popolo.
Molti dei racconti contenuti sia nelle storie tedesche che in quelle russe, si trovano anche nella tradizione orale, anche se con un accento un po’ diverso. Tra i contadini rumeni Dracula è ricordato solo come un Principe che ha difeso il suo popolo dagli stranieri, cioè dagli invasori turchi e dai mercanti tedeschi. Egli è anche ricordato come un campione di un uomo comune contro l’oppressione dei Boiardi.
L’insistenza feroce di Dracula sull’onestà è una parte centrale della tradizione orale rumena. Molti degli aneddoti contenuti negli opuscoli e nella tradizione orale, dimostrano gli sforzi del Principe per eliminare la criminalità e la disonestà dal suo dominio. Tuttavia, nonostante l’interpretazione più positiva, la tradizione rumena verbale, ricorda Dracula anche come un crudele eccezionale e spesso come un signore capriccioso.
Oltre 600 cronache raccolte dai soldati raccontano dei fantasmi delle credenze
popolari. Nei loro rapporti, scritti tra il 1718 e il 1739, si parla della
tradizione locale di scavare le tombe delle persone che erano sospettate di
essere diventate fantasmi, alle quali veniva trafitto il cuore con un paletto di
legno. Lo spruzzo di sangue nero che ne veniva fuori dimostrava che i loro
sospetti erano fondati. Questa pratica è menzionata nel romanzo di Bram Stoker,
"Dracula". Tali rapporti militari continuarono ad alimentare l’immagine della
Transilvania come un luogo in qualche modo soprannaturale, pieno di castelli in
rovina, permanentemente infestati da spiriti maligni, fantasmi e vampiri.
La Coppa d’Oro
Dracula era conosciuto in tutta la sua terra per la sua ferocia nel pretendere
l’onestà e l’ordine. I ladri raramente osavano praticare la loro attività
all’interno del dominio di Dracula; sapevano che prima o poi sarebbero stati
tutti catturati. Dracula era così sicuro dell’efficacia della sua legge che pose
una coppa d’oro in mostra nella piazza centrale di
Tirgoviste. La coppa non è mai stato rubata anche se è rimasta del tutto
priva di sorveglianza per tutta la durata del regno di Dracula ed anche per
molto tempo ancora dopo che Vlad l’Impalatore era morto.
Il Mercante straniero
Un commerciante di un paese straniero, una volta visitò
Tirgoviste, la capitale della Valacchia. Consapevole della fama della terra
di Dracula per l’onestà, per tutta la notte lasciò il suo carro carico di merce
preziosa e di danaro, incustodito lungo la strada. Il mattino dopo il
commerciante tornò al suo, ma rimase sconvolto perché mancavano 160 ducati
d’oro. Quando il commerciante si lamentò della sua perdita al Principe, Dracula
assicurò che il suo denaro gli sarebbe stato restituito e lo invitò a rimanere
nel palazzo per la notte. Dracula poi lanciò un proclama alla città dove
ordinava di trovare il ladro e restituire il denaro o la città sarebbe stata
distrutta. Durante la notte ordinò di prendere 161 ducati dal suo tesoro
personale e di metterli nel carro del mercante. Il mattino dopo il mercante
ritornò al suo carro e, contando il denaro, scoprì il ducato in più. Il mercante
tornò da Dracula e gli riferì che il suo denaro era stato effettivamente
restituito, maggiorato di un ducato extra. Nel frattempo il ladro era stato
catturato e consegnato alle guardie del Principe con il denaro rubato. Dracula
ordinò che il ladro venisse impalato ed informò il mercante che se non avesse
denunciato il ducato in più sarebbe stato impalato accanto al ladro.
I due monaci
Ci sono diverse versioni di questo aneddoto. In alcune i due monaci provenivano
da un monastero cattolico in
Valacchia o monaci erranti cattolici provenienti da un paese straniero. In
entrambi i casi i monaci cattolici sarebbero visti da Dracula come
rappresentanti di una potenza straniera. In altre versioni della storia i monaci
provenivano da un monastero ortodosso rumeno. La conclusione della storia varia
notevolmente tra le diverse versioni.
Tutte le versioni della storia concordano sul fatto che i due monaci visitarono
Dracula nel suo palazzo di
Tirgoviste. Curioso di vedere la reazione degli uomini di Chiesa, Dracula
mostrò loro le file di cadaveri impalati nel cortile. Quando venne chiesto il
loro parere delle sue azioni da parte del Principe, uno dei monaci rispose: “Tu
sei nominato da Dio per punire i malvagi.” L’altro monaco ebbe invece il
coraggio di condannare l’operato del Principe crudele. Nella versione del
racconto negli opuscoli tedeschi, Dracula premiò il monaco servile e impalò il
monaco onesto. Nella versione degli opuscoli russi e nella tradizione verbale
rumena, Dracula premiò il monaco onesto per la sua integrità e il coraggio e
impalò il monaco servile per la sua disonestà.
Gli ambasciatori stranieri
Ci sono almeno due versioni di questa storia: una versione è quella descritta
negli opuscoli tedeschi che vedono le azioni di Dracula in senso negativo,
mentre l’altra versione è più diffusa nell’Europa orientale e vede le azioni di
Dracula in una luce molto più favorevole.
In entrambe le versioni gli ambasciatori di una potenza straniera sono in visita
alla corte di Dracula a
Tirgoviste. Quando venne concessa loro un’udienza con il Principe gli
inviati rifiutarono di togliersi il cappello, come era usanza quando si era alla
presenza del principe in
Valacchia. Irritato da questo segno di mancanza di rispetto Dracula aveva
fatto inchiodare i cappelli degli ambasciatori alla loro testa in modo che essi
non potessero più rimuoverli.
Nella versione tedesca della storia gli inviati sono fiorentini e rifiutarono di
togliersi il cappello per dimostrare la loro superiorità. Dracula, quando chiese
agli ambasciatori perché non si toglievano il cappello, loro risposero che non
era loro abitudine e che non si sarebbero tolti il cappello neanche per
l’imperatore del Sacro Romano Impero. Dracula fece subito inchiodare i loro
cappelli alla testa in modo che non potessero più toglierli e gli espulse della
sua corte.
Nella versione della storia più diffusa nell’Europa orientale, gli inviati erano
turchi. Quando vennero introdotti alla presenza del Principe, i turchi si
rifiutarono di togliere i loro turbanti. Interrogati risposero che non era
costume dei loro padri di togliersi il cappello. Dracula ordinò che venissero
inchiodati i cappelli alle loro teste con tre chiodi in modo che non venisse mai
interrotta questa tradizione eccellente. Gli ambasciatori venneero quindi
rinviati al Sultano. In Oriente questo venne considerato come un coraggioso atto
di sfida nei confronti del potere del sultano ottomano.
Va inoltre osservato che il fatto di inchiodare i cappelli sulle teste di coloro
che scontentano un monarca, non era un atto sconosciuto nell’Europa orientale.
Pare che questo metodo è stato occasionalmente utilizzato anche dai Principi di
Mosca nei confronti di spiacevoli inviati.
L’amante di Dracula
Dracula una volta aveva un amante che viveva in una casa nei vicoli del
Tirgoviste. Questa donna, apparentemente amava il Principe ed era sempre
ansiosa di piacergli. Dracula era spesso di cattivo umore e depresso e la donna
faceva ogni sforzo per alleggerire gli oneri del suo amante. Una volta, quando
Dracula era particolarmente depresso, la donna osò dirgli una bugia nel
tentativo di tirarlo su: gli disse che era incinta. Dracula non avvertì la donna
che non gli piaceva scherzare su queste cose, ma insistette nel voler sapere la
verità. Dracula allora fece esaminare la donna dalle matrone per determinare la
veridicità della sua affermazione. Quando venne informato che la donna era
sdraiata, Dracula prese un coltello ed aprì la donna dall’inguine ai seni,
mentre proclamava il suo desiderio di vedere dove era il bambino. Dracula poi
lasciò la donna a morire in agonia.
La donna pigra
Dracula, una volta notò un uomo che lavorava nei campi, mentre indossava una
tunica troppo corta. Il principe si fermò e chiese l’uomo se non aveva una
moglie. Quando l’uomo rispose in senso affermativo, Dracula chiamò la donna e le
chiese come passava le sue giornate. La povera donna spaventata dichiarò che
passava le sue giornate lavando, cuocendo e cucendo. Il Principe fece notare
alla donna la tunica troppo corta di suo marito come prova della sua pigrizia e
disonestà e ne ordinò l’impalamentoo, nonostante le proteste del marito che era
molto soddisfatto con la moglie. Dracula ordinò ad un’altra donna di sposare il
contadino, ma la ammoni di lavorare duramente o avrebbe patito il destino della
moglie precedente.
Il nobile con l’acuto senso dell’olfatto
Il giorno di San Bartolomeo nel 1459 Dracula impalò 30.000 mercanti e nobili
della città transilvana di Brasov.
Per potersi godere meglio i risultati dei suoi ordini, il Principe ordinò che
fosse apparecchiata la sua tavolaa e che i suoi Boiardi si unissero a lui per
festeggiare tra la foresta di cadaveri impalati. Mentre pranzava, Dracula notò
che uno dei suoi Boiardi si teneva il naso nel tentativo di non sentire il
terribile odore dei cadaveri in putrefazione. Dracula ordinò che il nobile
sensibile venisse impalato in una posizione più alta di tutte, al di sopra del
fetore.
In un’altra versione di questa storia, il nobile è un inviato delle città
transilvane di Brasov
e Sibiu, perché pregasse il crudele Principe affinché risparmiasse quelle città.
Ascoltando l’appello del nobile, Dracula camminava tra i pali con i loro macabri
carichi. Alcune delle vittime erano ancora vive. Quasi a superare il cattivo
odore, il nobile chiese al Principe perché camminasse in mezzo a quella puzza
terribile. Dracula poi chiese all’inviato se avesse trovato il fetore
opprimente. L’inviato, vedendo la possibilità di ingraziarsi Dracula, rispose
che la sua unica preoccupazione era per la salute e il benessere del Principe.
Dracula, irritato dalla disonestà del nobile, ordinò che venisse impalato sul
posto su un palo molto alto in modo che egli potesse essere al di sopra degli
odori incriminati.
Lo sterminio dei malati e dei poveri
Dracula era molto preoccupato del fatto che tutti i suoi sudditi lavorassero e
contribuissero al benessere comune. Una volta notò che i poveri, i vagabondi, i
mendicanti e gli storpi erano diventati molto numerosi nella sua terra. Di
conseguenza pubblicò un invito a tutti i poveri ed i malati in
Valacchia di venire a
Tirgoviste per una grande festa, affermando che nessuno doveva soffrire la
fame nella sua terra. Come i poveri e gli storpi arrivarono in città furono
accompagnati in una grande sala dove una festa favolosa era stata preparata per
loro. Gli ospiti del Principe mangiarono e bevvero fino a tarda notte, quando
Dracula stesso fece la sua comparsa. “Che altro desiderate? Volete essere senza
pensieri e senza i problemi di questo mondo?”, chiese il Principe. Quando tutti
risposero positivamente, Dracula ordinò che venissero chiuse le porte della sala
che venne poi data alle fiamme. Nessuno fu risparmiato dalle fiamme. Dracula poi
spiegò la sua azione ai Boiardi affermando che aveva fatto questo “perché ora
nessuno sarà povero nel mio regno”.