Ottone I, Imperatore del Sacro Romano Impero, ruppe definitivamente il potere dei Magiari nella battaglia di Lechfeld
nel 955. Questa vittoria gli valse il nome di “Ottone I, il Grande”. Suoi contemporanei, tra cui
anche i magiari, valutarono
l’evento come una vittoria del cristianesimo.
A seguito della battaglia, il Duca magiaro Géza, della dinastia Árpád, si convertì al cristianesimo e cominciò ad organizzare uno stato ungherese, cercando la collaborazione dell’Occidente Cristiano. Cristianesimo e cultura occidentale cominciarono a penetrare in Ungheria, il paganesimo venne soppresso e l’autorità del Duca divenne centralizzata, sull’esempio della struttura amministrativa dei paesi occidentali.
Il figlio di Géza, Vajk, che ricevette il battesimo con il nome di Stefano, divenne Duca nel 997. Stefano continuò la politica di collaborazione con l'occidente cristiano già attuata da suo padre. Sua moglie, Giesela, era sorella dell’imperatore Enrico II ed arrivò in Ungheria insieme ai consiglieri di origine bavarese, facendo diventare il paese un importante alleato dell’Impero.
Solo il cristianesimo cattolico poteva avere successo
contro il paganesimo e la resistenza sostenuta dalla Chiesa orientale di
Bisanzio (successivamente rinominata Costantinopoli). Il potere giudiziario,
l’organizzazione e la gestione, il sistema monetario, e la documentazione latina
dello Stato Ungherese furono modellati secondo il Sacro Romano Impero.
Stefano I d'Ungheria annuncia l'adozione del Cristianesimo |
l’incoronazione di Stefano I d'Ungheria |
Questi sforzi vennero onorati dall’Imperatore Ottone III e dal Papa Silvestro II che si fece patrono dell’Ungheria mandando a Stefano da Roma la "corona regia", insieme al titolo di "Re apostolico" (che durerà fino alla caduta dell’Impero austroungarico, nel 1918); il 1° gennaio 1001 avvenne l’incoronazione a Re di Stefano I.
Il regno cristiano occidentale d’Ungheria, divenne membro delle nazioni cristiane, nello spirito di membro del Sacro Romano Impero, anche se in realtà indipendente. Il Re Stefano I, profondamente religioso, fondò diverse diocesi e monasteri; per questo egli fu canonizzato nel 1083.
Situata tra il Sacro Romano Impero e l’Impero Bizantino, e sostenendo di essere
il successore dell’Impero Romano, l’Ungheria divenne un fattore importante della
scena politica del centro-est e sud-est europeo. La sua volontà di espandersi
verso sud-ovest era guidata dal desiderio di ottenere l’accesso al mare
Adriatico, e verso Oriente per ottenere le risorse naturali della Transilvania,
in particolare il sale necessario per l’allevamento e per la sua funzione di
barriera naturale, un baluardo contro gli attacchi provenienti da est e da
sud-est del continente.
L’avanzata dei Magiari verso la Transilvania, avvenuto dal 10° al 12° secolo,
ha avuto un effetto durevole sullo sviluppo storico della regione, descritta
come la Terra “al di là delle Foreste”. Il possesso della terra di Transilvania,
si verificò in varie fasi e venne influenzato dallo sviluppo del feudalesimo in
Transilvania e dalle relazioni con l’Impero Bizantino e con lo Tsardom (impero)
bulgaro di Valacchia.
Gli ungheresi inizialmente si stabilirono nella parte occidentale della Transilvania, dove c’erano i depositi di sale o dove le spedizioni di sale dovevano essere garantite.
Questa era la zona di Somesu, nella regione di Mures, governata da un Gyula (principe di un clan). Dopo aver detronizzato il Gyula nel 1003, Stefano I acquisì questo territorio, definito “molto grande e ricca terra”, alla monarchia ungherese.
Una vittoria contro i Peceneghi nel 1068, concluse il loro breve regno permettendo all’Ungheria di espandersi verso est. Re Ladislao il Santo (1077-1095) spostò il confine verso le sorgenti del fiume Mures.
Nel 12° secolo gli ungheresi si trasferirono ad Olsul, ma l’est ed il sud dei Carpazi vennero raggiunti solo all’inizio del 13° secolo. Ora tutta la Transilvania era parte del Regno medievale ungherese.
Strisce di terreno larghe da 10 a 40 km di larghezza, ci danno prova delle protezioni costruite dai Magiari in più fasi. Queste strisce desolate (Uungherese = Gyepü) erano fortificate dagli insediamenti a guardia della frontiera nelle località in cui si poteva attraversare (Uungherese = Kapuk).
Molti nomi di villaggi e di paludi (come Kapus, Kopisch) ricordano ancora oggi le barriere di confine. Guardiani, agricoltori armati e contadini vennero insediati, allo scopo di difendere i confini. Come premio ricevevano la libertà sia personale che della famiglia.
Tra le guardie di frontiera più importanti ci furono i Siculi (da non confondere
con i Siculi di Sicilia) (Ungherese = Székelyek). Essi inizialmente erano
probabilmente di origini turche associate a quelle magiare. Non vi è prova di
villaggi Siculi a ovest e la frontiera orientale d’Ungheria e in Transilvania,
lungo le barriere di protezione, che avanzarono più volte durante la conquista.
I Siculi raggiunsero gli insediamenti presenti nelle valli dei Carpazi orientali
durante la metà del 12° secolo. Sono stati trasferiti ad esempio, dalla “terra
Syculorum terrae Sebus” nei pressi di Alba Sebes al successivo insediamento
Siculo di Sepsi, nei Carpazi Orientali.
Dopo ogni avanzamento della frontiera, il corridoio disabitato del vecchio confine, rimaneva libero e diveniva terra della corona.
La colonizzazione di questa striscia di terra della corona era molto importante, sia per ragioni strategiche che economiche. Sembrava necessario avere conflitti e guerre, perché serviva a verificare la capacità dei coloni di questo nuovo confine se fossero il grado di coltivare la terra e sviluppare agricoltura, artigianato e commercio, ma anche per soddisfare le esigenze di sale e metalli preziosi, e sviluppare le risorse minerarie.
In uno dei primi documenti in cui si cita la Transilvania ungherese, si
sottolinea l’importanza economica di questi coloni. Re Géza I nel 1075 dotò i
benedettini di un monastero, fondato nella “ultra silvam”, la salina vicino a
Thorenburg.