Gli insediamenti

i tedeschi del Volga

I tedeschi del Volga (tedesco: Wolgadeutsche, Russo: Поволжские немцы) furono i tedeschi etnici che vissero lungo il fiume Volga nella regione del sud della Russia europea intorno a Saratov e al sud. Mantennero la cultura tedesca, la lingua, le tradizioni e le chiese: Luterani, Riformati, cattolici e mennoniti.


La copertina della rivista"Friedensbote",
pubblicata nella colonia di Beideck,
che pubblicizza il servizio di piroscafo
verso gli Stati Uniti ed il Canada.

Nel 19° secolo ed all'inizio del 20°, molti tedeschi del Volga emigrarono nel Midwest degli Stati Uniti, in Canada, in Brasile, in Argentina, in Paraguay, in Uruguay e in altri paesi. Durante la seconda guerra mondiale, molti morirono nei campi di lavoro sovietici. Nel tardo 20° secolo, molti dei restanti tedeschi del Volga si spostarono in Germania.

Nel 1762, Sophie Auguste Friederike von Anhalt-Zerbst, nata nella città tedesca di Stettino, dopo aver spodestato il marito Pietro III, prese il trono vacante dell’Impero Russo, assumendo il nome di Caterina II. Caterina la Grande pubblicò dei manifesti nel 1762 e il 1763 invitando gli europei ad emigrare nelle terre russe, pur mantenendo la loro lingua e cultura. Anche se il primo manifesto ricevette poche risposte, il secondo, migliorando le offerte, ebbe maggior successo. In aggiunta alle promesse di una nuova terra, i coloni giunsero in gran numero a causa di condizioni di degrado nelle loro regioni d'origine.

Mentre i Francesi e gli Inglesi erano più propensi a migrare verso le colonie nelle Americhe piuttosto che in Russia, altri paesi, come Austria, proibirono del tutto l'emigrazione. Rimanevano i coloni della Baviera, del Baden, dell’Assia, Palatinato e della Renania che, nel corso degli anni tra il 1763 ed il 1774, poterono giungere in Russia circa 30.000 tedeschi i quali fondarono diversi insediamenti nella regione del medio Volga. I loro insediamenti si ebbero soprattutto nei Gubernija (in russo: губе́рния)  di Saratov e di Samara. Fino al 1864 furono fondate più di 300 colonie tedesche.


Streckerau (ora Nowokamenka) sul Volga, 1920

I tedeschi del Volga, nonostante le difficoltà iniziali, fecero rapidi progressi. Già alla fine del '700 si poteva notare una “modesta agiatezza”1. I raccolti miglioravano ed il numero degli abitanti si moltiplicava, cosicché mentre nell'anno 1815 si contavano 60.000 uomini, nell'anno 1850 erano diventati 165.000.

colonie del Volga
le colonie del Volga

Dal 1800 al 1803 furono stabilite le "Istituzioni per la gestione e la pianificazione interna" delle colonie. Così venne garantita sia l’amministrazione autonoma delle colonie che le condizioni per un prospero sviluppo economico.

Nel 1853 i Mennoniti provenienti dalla Prussia istituirono il “Trakt”, un insieme di 10 villaggi nella parte meridionale del fiume Volga. Nel 1859 un secondo gruppo di Mennoniti prussiani arrivò nella provincia di Alexandertal (o Alt-Samara) composto da 8 villaggi, che più tardi quasi raddoppiò.


i tedeschi del Volga
fanno la marmellata di anguria
(dipinto di Jakob Weber)

Nella seconda metà dell'800 i problemi economici si presentarono nuovamente a causa di una legge sull’agricoltura, che, all’atto pratico, si è dimostrò sbagliata. La terra non era mai di proprietà privata ma veniva messa solo a disposizione, dapprima dalla corona, successivamente dai comuni rurali (mir2) i quali dovevano provvedere ogni anno ad una ridistribuzione più equa possibile tra la popolazione maschile. Così ogni anno le famiglie ricevevano un nuovo terreno, ma a causa dell'aumento della popolazione, questo era sempre più piccolo del precedente. Ciò comportava che il terreno veniva lavorato a mala pena.


coppia di contadini tedeschi nella regione del Volga, 1920

Questo tipo di ridistribuzione si era sviluppata in Russia già in precedenza, dopo l'abolizione della condizione di servo della gleba per la maggior parte dei contadini russi.

Pyotr Stolypin
Pëtr Stolypin

La popolazione dei tedeschi del Volga continuava a crescere e non trovava alternative lavorative al di fuori dell’agricoltura; ai coloni non era possibile comperare altra terra e accadeva che quella a disposizione (sempre di meno) veniva sfruttata in modo intensivo e si impoveriva sempre di più dando ogni anno minori raccolti.

Questa, assieme ad altre ragioni, era una concausa degli anni di fame patiti dai coloni tedeschi nella seconda metà dell'800.

Più tardi Stolypin, primo ministro della Russia zarista, si dedicò alla prima riforma agraria con l'obiettivo di raggiungere una condizione di stabilità politica ed economica nella Russia Imperiale tramite la creazione di una classe di contadini benestanti e indipendenti, proprietari di terreni e fedeli allo Zar. Così i poveri diventarono ancora più poveri e senza terra e i ricchi diventarono sempre più ricchi e con molta terra: questi ultimi erano i cosiddetti "kulaki" 3

Chi era partito per la Russia aveva diritti speciali, come promesso con il secondo manifesto, ma questi vennero successivamente revocati, quando sosrse il bisogno di soldati nell'esercito russo, nella seconda parte del 19° secolo. Ciò fu particolarmente offensivo per la comunità tedesca dei mennoniti, la cui dottrina era contro la guerra e l'aggressione.


stemma della ASSRTV

In seguito alla rivoluzione russa, nel 1918 la regione del Volga divenne autonoma e nel 1924 venne istituita la “Autonoma Socialista Sovietica Repubblica dei Tedeschi del Volga” (in russo АССР Немцев Поволжья) che durò fino al 1942. La sua capitale era Engels, conosciuta come "Pokrovsk" (Kosakenstadt in tedesco).

I pogrom, le deportazioni di Stalin, le perdite durante la Prima Guerra Mondiale e le carestie del 1921/22 e del 1932/33 ridussero significativamente il numero dei tedeschi del Volga che, se nel 1914 erano 1.700.000, nel 1941 divennero 1.430.000.


Tedeschi del volga, nonno e nipoti, 1920

Quando Hitler invase l'Unione Sovietica, Stalin era preoccupato che i tedeschi del Volga avrebbero potuto collaborare con gli invasori. I tedeschi di tutta la Russia furono diffamati dalla propaganda comunista come "la quinta colonna di Hitler". Stalin il 28 agosto 1941, sciolse la Repubblica dei Tedeschi del Volga e ordinò l'immediato trasferimento dei tedeschi etnici, sia dal Volga che da una serie di altre zone tradizionali di insediamento.

Circa 400.000 tedeschi del Volga furono spogliati delle loro terre e delle case e vennero trasferiti ad est, verso il Kazakistan, nell’Asia centrale sovietica, nell’Altai Krai, in Siberia, e in altre zone remote. Nel 1942 quasi tutti i tedeschi del Volga furono chiamati nella trudarmija; circa un terzo non sopravvissera ai campi di lavoro.


Colonia di Strechenau, vicino a Samara, 1920

I tedeschi del Volga non sono mai tornati nella regione del Volga nel loro numeri precedenti. In realtà essi non sono stati autorizzati a farlo per decenni. Dopo la guerra, molti sono rimasti negli Urali, in Siberia, nel Kazakhstan (il 2% della popolazione kazaka di oggi è riconosciuta come i tedesca: circa 300.000), nel Kirghizistan e nell’Uzbekistan (circa 16.000 = 0,064%).

Per tutti i Tedeschi di Russia, solo nel 1964 ci fu una parziale riabilitazione dall'accusa infamante di essere la "quinta colonna di Hitler" anche se non venne concesso loro il ritorno nei luoghi d'insediamento originario.


Colonia di Karamyshevka, 1920

Decenni dopo la guerra, alcuni parlarono di reinsediamento nella regione del Volga e sembrava che la “Autonoma Socialista Sovietica Repubblica dei Tedeschi del Volga” stesse per rinascere, ma questo movimento incontrò l'opposizione della popolazione russa che nel frattempo era stata insediata nel territorio e non se ne fece più niente.

Una proposta del giugno 1979 prevedeva una nuova Repubblica autonoma tedesca nel Kazakistan, con la capitale ad Ermentau. La proposta serviva ad affrontare le condizioni di vita degli sfollati tedeschi del Volga. Al momento, c’erano circa 936.000 tedeschi etnici che vivevano in Kazakistan ed eerano il terzo più grande gruppo etnico. Il 16 giugno 1979 i kazaki manifestarono protestando contro questa proposta E, Temendo una reazione negativa della maggioranza kazaka, il Partito comunista demolì la proposta di autonomia tedesca nel Kazakistan.


Sarepta, chiesa della colonia

Verso la fine degli anni ‘80 alcuni tornarono ad Engels, ma molti altri tedeschi del Volga emigrarono permanentemente nella loro terra di origine, approfittando della legge tedesca del “ritorno”, che concedeva la cittadinanza a tutti coloro che potevano dimostrare di essere un rifugiato od un espulso di origine etnica tedesca o essere il coniuge o il discendente di tale persona.

Questo esodo si verificò nonostante il fatto che alcuni tedeschi del Volga parlavano poco o per niente il tedesco, dal momento che per decenni la lingua non poteva essere parlata in pubblico. Verso la fine degli anni ‘90, tuttavia, la Germania ha concesso alla minoranza linguistica tedesca di Russia consistenti sostegni finanziari e, contemporaneamente, ha reso più difficile per i russi di origine tedesca di stabilirsi in Germania, soprattutto per coloro che non parlano la lingua tedesca.

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note

1 Gerd Stricker (Hrsg.): Deutsche Geschichte im Osten Europas - Russland, Siedler Verlag, Berlin 1997.

2 Mir: organo decisionale di orgine medievale delle comunità rurali russe (obscina) che fu abolito nel 1905 in cui i contadini erano usufruttuari in comune della terra che lavoravano. Al mir spettava la riscossione delle tasse, la ripartizione dei salari e infine il reclutamento nelle forze armata, ogni mir godeva di grande potere all'interno delle singole comunità.

3 Kulaki è il termine utilizzato nella lingua russa per indicare la classe agiata dei contadini. Fino al 1917 era anche un termine sprezzante per intermediario, usuraio e impostore. Dopo la rivoluzione di ottobre 1917 e poi con Stalin (1928-1933) il significato del concetto "kulaki" è stato equiparato con tutti gli "sfruttatori" rurali: anche chi possedeva solo una mucca o occupava braccianti o servi apparteneva a questa categoria. I Kulaki inizialmente erano più tassati, vennero poi espropriati dei loro averi ed infine deportati nei gulag (sistema di repressione che comprendeva campi di lavoro forzato, campi di prigionia, prigioni, luoghi d'esilio). Sono stati perseguiti ed incarcerati anche i loro familiari ed il personale al loro servizio. Tra il 1928 e il 1937 sono stati deportati e sterminati da 10 milioni a 15 milioni di persone (dichiarazione di Stalin a Winston Churchill) – tratto dal libro: Churchill: Der zweite Weltkrieg – vedi wiki Quando Stalin intraprese i piani di collettivizzazione forzata (1929), decise di liquidare i kulaki come classe sociale, espropriandone le terre e trasferendoli in massa in Siberia o sterminandoli.