La storia dei tedeschi di Russia

il rientro nella patria degli antenati

Costretti a vivere solo nei luoghi in cui era venuta la loro deportazione, i tedeschi di Russia oramai desideravano solo emigrare in Germania, la patria dei loro antenati.


La madre di un prigioniero, ringrazia Konrad Adenauer
al suo ritorno da Mosca, il 14 settembre 1955.

Sul finire degli anni '60, dopo un accordo tra Willy Brandt e Brežnev, incominciò pian piano il rientro in Germania dei tedeschi di Russia.


Brežnev e Willy Brandt

Spesso dovevano aspettare molti anni prima di ottenere il visto di espatrio e, quando riuscivano ad averlo, non potevano trasportare con se ne averi ne denaro; spesso dovevano corrompere gli ufficiali per ottenere il visto. L'unico riferimento per loro era la Croce Rossa, che li aiutava alla ricongiunzione famigliare. Le richieste d'espatrio spesso venivano negate motivandole con il fatto che la loro presenza era necessaria per la ricostruzione del paese.

Negli anni che vanno dal 1973 al 1975 furono arrestati diversi tedeschi di Russia che manifestavano per ottenere il visto.

Il 16 gennaio del 1974 Erich Abel venne processato davanti a 400 ascoltatori e condannato a 3 anni di carcere con l'accusa di diffamazione anti-sovietica. La sua attività illegale consisteva nel raccogliere firme a favore dell'espatrio dei tedeschi di Russia.
Al processo egli dichiarò:

“Io, Erich Abel, non mi ritengo colpevole. Dopo 29 anni dalla fine della seconda guerra mondiale è arrivata l'ora di aprire le frontiere. Continuerò sempre, anche dopo il carcere, a combattere per un libero e legittimo espatrio nella Repubblica Federale Tedesca, e mai più prenderò in mano un passaporto sovietico”1.


la famiglia Scholenberg manifesta
per ottenere il visto per la Germania.

Per i tedeschi di Russia questo processo aveva uno scopo dimostrativo e serviva a far capire loro quello che gli aspettava continuando a chiedere l'espatrio.

La maggior parte dei rimpatriati si è stabilita nella Germania Federale, ma un altro consistente numero di famiglie trovarono una nuova casa nella Germania Est. Questo continuo rientro è continuato, anzi è aumentato, dopo la caduta del “muro” ed il crollo dell'Unione Sovietica, il flusso di emigranti verso la Germania crebbe enormemente, raggiungendo punte di 200.000 persone all'anno.

Gli ultimi rimpatriati dalla Russia si sono concentrati in Germania in ben definiti luoghi, raggiungendo e a volte superando il 30% della popolazione complessiva. Questo ha causato dissapori con i residenti che, con i loro pregiudizi, li consideravano russi a tutti gli effetti, mentre, ironia della sorte, quando i rimpatriati vivevano nell’Unione Sovietica, la popolazione russa li trattava come “fascisti” tedeschi.

Eppure questi erano sempre stati orgogliosi delle loro origini, non avevano vissuto in prima persona le malefatte del nazismo e quindi non ne hanno mai sentito le colpe. Malgrado tutto, negli anni hanno subito tanti maltrattamenti, sono stati accusati dai russi di essere fascisti, sono stati accusati dai tedeschi di essere dei bolscevichi, sono stati deportati e sterminati, sono stati espropriati di ogni loro avere, eppure il loro desiderio era solo quello di vivere in pace ed in libertà.


In bianco: la popolazione tedesca nel 1926
In rosso: la popolazione tedesca nel 1989
In nero: insediamenti tedeschi prima del 1939 e poi abbandonati

La Germania accetta ancora oggi gli emigranti e i loro famigliari dall’ex Unione Sovietica, perché i tedeschi di Russia, come comunità etnica nell’Europa orientale, avevano sofferto maggiormente le conseguenze della guerra. Le loro strutture territoriali sono state smantellate a causa della loro deportazione e gli indennizzi per le proprietà confiscate non sono state mai concessi. Gli anni di detenzione, il divieto di ritorno nei loro insediamenti d’origine e i decenni di discriminazione dei tedeschi nell’Unione Sovietica, si sentono ancora 1.

grafico rafigurante il rientro in Germania dei tedeschi di Russia
grafico rafigurante il rientro in Germania dei tedeschi di Russia

Dopo tanti anni di silenzio sono stati pubblicati gli ordini del comitato statale per la difesa dell'URSS dagli anni dal 1941 al 1945 che all'epoca erano classificati “strettamente riservati”. Sono passati oltre 60 anni da quando uomini e donne tedeschi erano stati inclusi nelle colonne di lavoro (trudarmija), ma ancora oggi in Russia si parla raramente di questi avvenimenti.

continua.....

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note

1 Kerstin Armborst: Il distacco dall'Unione Sovietica: L'emigrazione degli ebrei e dei tedeschi prima del 1987; gennaio 2001 (ted.)