La Zarina Caterina II di Russia, nata a Stettino (in polacco Szczecin), città che all’epoca apparteneva alla Prussia, favorì e promosse la colonizzazione di territori nazionali molto estesi che erano poco o per niente abitati, poiché appena conquistati.
“I campi che potrebbero nutrire un popolo intero, non riescono a nutrire una famiglia“.
Questa era la riflessione che faceva la zarina quando decise di favorire il trasferimento di contadini statali in territori spopolati e appena acquisiti e di invitare stranieri ad insediarsi in Russia.
I contadini legati ai loro Signori potevano trasferirsi solo in modo illegale. Caterina riprese gli argomenti della letteratura populistica dell’epoca e cercava di imparare dalle esperienze fatte dalla Prussia, dall’Austria e dalla Danimarca.
L’opinione del governatore russo ad Amburgo era:
“Così come hanno tratto vantaggio dall’accoglienza degli ugonotti l’Inghilterra, l’Olanda e la Prussia, così anche la Russia dovrebbe cogliere ogni occasione per invitare stranieri da paesi evoluti.” 1
La maggioranza dei contadini russi erano servi della gleba al servizio dei nobili mentre il numero dei contadini liberi non era per niente sufficiente; dunque Caterina II cercò di reclutare coloni all'estero.
Con la colonizzazione si cercava di raggiungere un incremento demografico, che si sarebbe tramutato poi in potere e ricchezza per lo stato.
Kaunitz, cancelliere di Maria Teresa d'Austria era solito dire:
"La più grande potenza di uno sovrano e lo sviluppo e la forza di uno stato sta nel numero dei suoi sudditi."
La Russia aveva però un ulteriore problema: quello di rendere sicuri alcuni
territori dagli attacchi dei nomadi. Così i coloni dovevano servire anche come
primo “baluardo” contro le invasioni.