La seconda metà del 19° secolo e la prima metà del 20° secolo ha visto in Europa l’ascesa del nazionalismo. In precedenza, un paese composto da differenti popoli, era sotto il dominio di un sovrano qualsiasi. Infatti principati e regni crescevano attraverso la conquista e matrimoni ed un sovrano poteva avere popoli di diverse etnie sotto il suo dominio.
Il concetto di nazionalismo era invece basato sull’idea di un “popolo” che condivideva un legame comune attraverso la razza, religione, lingua e cultura. Inoltre, il nazionalismo affermava che ogni “popolo” aveva diritto alla sua nazione. Così, gran parte della storia europea nella seconda metà del 19° secolo e la prima metà del 20° secolo può essere intesa come sforzo per riallineare i confini nazionali col concetto di “un solo popolo, una sola nazione”.
Il 18 gennaio 1871 il Cancelliere prussiano Otto von Bismarck fondò l’Impero tedesco (Deutsches Reich). Bismarck volle l’unificazione per raggiungere il suo scopo di uno stato tedesco dominato dalla Prussia e comprendente la Prussia stessa e gli Stati che lo avevano appoggiato nella Guerra Austro-Prussiana del 1866. Furono incluse quindi nell’Impero anche zone abitate da Danesi, Casciubi ed altre minoranze. In alcune zone, come ad esempio la Provincia della Posnania o la parte meridionale dell’Alta Slesia, la maggioranza della popolazione era polacca.
I tedeschi etnici dell’Austria rimasero al di fuori dell’impero e così
accadde a molte regioni tedesche dell’Europa centrale e orientale. La maggior
parte delle regioni abitate da tedeschi del sud, centro e sud-est dell’Europa
erano invece incluse nella monarchia multietnica degli Asburgo
d’Austria-Ungheria.
A partire dalla fine del 19° secolo in Prussia si
svolse una migrazione interna, dalle zone rurali orientali alle prospere
province occidentali (in particolare la Regione della Ruhr e Colonia), un fenomeno chiamato
“Ostflucht”. Di conseguenza, queste migrazioni aumentarono la percentuale della
popolazione polacca nella Posnania e nella Prussia occidentale. Guidato da
intenzioni nazionaliste, lo stato prussiano istituì una Commissione per gli
insediamenti (Preußische Ansiedlungskommission), con lo scopo di insediare più
tedeschi in queste regioni. In totale 21.886 famiglie (154.704 persone) delle
previste 40.000 vennero insediate entro la fine della sua esistenza.