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I tedeschi
della Galizia

la storia in sintesi

la Galizia

i primi coloni teseschi

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dal 1792 al 1914

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i tedeschi della Galizia

Tedeschi di Galizia (tedesco: galiziendeutsche) è il termine con il quale vengono chiamati gli immigranti tedeschi che nel 18° secolo immigrarono in Galizia e nel 1940, in seguito al Trattato tedesco-sovietico, vennero trasferiti.

Nel 1722 l’Austria acquisì la Galizia (circa 78.000 km2); questa venne chiamata “Regno di Galizia e Lodomeria” ed appartenne alla  Monarchia austro-ungarica sino al 1918.

Dopo la prima spartizione della Polonia, il 1 settembre 1774 Maria Teresa d’Austria emanò il primo editto d’insediamento nelle città, con il quale fece insediare a Leopoli (tedesco: Lemberg) i primi commercianti, artisti, fabbricanti ed artigiani provenienti dalla Germania.

Dopo la morte dell’imperatrice Maria Teresa, avvenuta nel 1780, l’imperatore Giuseppe II attuò la vera e propria colonizzazione del paese.


l’imperatore Giuseppe II

Con il suo editto d’insediamento del 1781 reclutò commercianti, artigiani ed agricoltori provenienti dalla Germania perché si insediassero nelle terre di proprietà della Corona.

L’amministrazione austriaca cercò, anche con un certo successo, di stimolare i proprietari terrieri polacchi a insediare nelle loro terre coloni tedeschi (la cosiddetta colonizzazione privata).

L’Austria metteva a disposizione per i nuovi coloni terra gratis, case, stalle, bestiame e attrezzature agricole ed i coloni erano esenti da tutte le tasse per dieci anni, i proprietari delle fattorie e i loro figli maggiori avevano l’esenzione dal servizio militare.


l’editto di tolleranza

Con un altro editto d’insediamento del 1781, ai nuovi cittadini protestanti venne consentito di praticare la loro religione.

L’editto di Tolleranza permise ai coloni luterani, calvinisti ed ai greco-ortodossi non uniti l’uguaglianza civile con i cattolici ed era loro consentito costruire scuole e chiese.

A causa dell’Editto di Fontainebleau (1685), che revocava ai protestanti la libertà di culto, molti rifugiati protestanti del Palatinato e del Baden si trasferirono in Galizia.

Migliaia di coloni giunsero in Galizia. La rapida crescita della popolazione aveva riempito gli stati tedeschi. Così era necessario che molti contadini lasciassero la fattoria di famiglia per costruirsi una vita altrove.

Gli “arruolatori” (lokator) dell’Imperatore si concentrarono soprattutto nel Palatinato e nel Saarland, zone della Germania che, a causa delle frequenti guerre con la vicina Francia, si erano molto impoverite.

Il viaggio dal Palatinato alla Galizia era di circa 1500 km. La maggior parte dei coloni provenienti si spostava lungo il Reno fino alla città di Spira per poi proseguire nella Foresta Nera e nell’Odenwald, fino a raggiungere Ulma (tedesco: Ulm), Donaueschingen o Ratisbona, da dove proseguivano sul Danubio con delle chiatte, le cosiddette “Ulmer Schachteln” (scatole di Ulma), fino a Vienna.


Ulmer Schachteln

Da Vienna il viaggio proseguiva via terra, fino a destinazione. Si viaggiava solo durante i mesi estivi.

Nel 1782 arrivavano in Galizia i primi coloni. Nel 1784, per la prima volta, fu permesso ai Mennoniti di immigrare in Galizia.

Dagli elenchi d’insediamento delle autorità austriache si evince che negli anni dal 1782 al 1785 emigrarono in Galizia 3.216 famiglie con 14.669 persone.

Nel 1790 l’imperatore Giuseppe II morì e così finì la cosiddetta “Josephinische Ansiedlung” e con lei si arrestò la diffusione degli insediamenti tedeschi in Galizia occidentale.

Sotto l’Imperatore Francesco II del Sacro Romano Impero una successiva ondata di immigrazione, portò in Galizia ancora dei coloni. I Signori terrieri polacchi avevano capito il beneficio dei coloni tedeschi per l’agricoltura; nacquero così gli insediamenti privati. I coloni tedeschi ricevevano foreste vergini da dissodare e in cambio potevano utilizzare il terreno per l’agricoltura; nacquero i villaggi di Machliniec, Mariahilf e Felizienthal.


coloni tedeschi costruiscono la chiesa di Annaberg

Gli anni 1820 e 1830 furono un periodo di governo assolutista da parte di Vienna, con la locale burocrazia galiziana ancora riempita di tedeschi e cechi germanizzati. Nel 1830-31, dopo il fallimento di un'insurrezione di novembre nel Regno del Congresso,  molti rifugiati polacchi arrivarono in Galizia.


il villaggio tedesco di Brandow nel 1905

Dopo la sconfitta austriaca nella Guerra Austro-Prussiana del 1866, l'Impero Austriaco, concesse maggiori diritti ai gruppi etnici. I rappresentanti dell'aristocrazia polacca ottennero una maggior autonomia per la Galizia. La Germanizzazione era stata fermata. Questo trasferimento di potere da Vienna alla classe terriera polacca non fu ben accolto dai coloni tedeschi.

A partire dagli anni 1880, si ebbe un'emigrazione di massa dei contadini tedeschi. L'emigrazione iniziò verso la Germania, nelle province della Prussia occidentale e di Posen, ed in seguito verso gli Stati Uniti, il Brasile ed il Canada.


il Kaiser Guglielmo II in Galizia
durante la prima guerra mondiale

Durante la Prima guerra mondiale la Galizia fu teatro di pesanti combattimenti. I russi invasero gran parte della regione nel 1914, dopo aver sconfitto l'esercito austro-ungarico in una battaglia all’inizio della guerra.

Molti tedeschi di Galizia fuggirono, quelli che rimasero si trovarono esposti al dispotismo dell’esercito zarista.


casa tedesca a Mikolajow

Nella primavera/estate del 1915, un'offensiva combinata di tedeschi ed austro-ungarici ricacciò indietro le armate zariste; nella ritirata l’esercito russo deportò una parte della intellighenzia tedesca della Galizia ad Orenburg, al confine con la Siberia.

Dopo il crollo dell’impero zarista, nella primavera del 1918 i tedeschi di Galizia che erano stati deportati in Siberia, si misero in viaggio per il ritorno alle loro case.

Nel 1918, dopo il crollo della monarchia austro-ungarica, la Galizia Occidentale divenne parte della restaurata Repubblica di Polonia, la quale condusse una politica nazionalistica intollerante con le minoranze etniche. Chi voleva restare doveva mandare i propri figli in scuole polacche e polonizzare il proprio nome.

Fino al 1939 hanno convissuto in Galizia diversi gruppi etnici. Oltre agli ucraini ed ai polacchi, vivevano in Galizia anche ebrei, tedeschi ed armeni.


nell'ovale la Galizia assegnata
all'Unuone Sovietica

Con il Patto Ribbentrop-Molotov del 1939, la Galizia Orientale venne aggiudicata alla sfera di interesse sovietica. Nello stesso patto veniva regolato anche il trasferimento ed il reinsediamento in Germania dei tedeschi di Galizia.

Quasi 60.000 tedeschi di Galizia furono trasferiti, con un viaggio di circa 1.000 km, sino ai campi temporanei nella Turingia, Sassonia e nei Sudeti, per poi essere reinsediati nel Warthegau.

Intanto nella Galizia orientale, dal 1939 al 1941, durante il primo periodo d’occupazione sovietica, i villaggi tedeschi venivano saccheggiati dagli ucraini che spesso si impossessavano anche delle fattorie.

Durante l’invasione nazista del giugno 1941, l’esercito tedesco venne accolto in Galizia come liberatore dal dominio sovietico ed alcuni tedeschi di Galizia tornarono nel cosiddetto “distretto della Galizia”.

La Galizia fu riconquistata dall’Armata Rossa nel 1944, gli ultimi tedeschi fuggirono. Il mix secolare di popolazioni composta da polacchi, ebrei, ucraini, tedeschi, armeni ed altri, era seguito ora da una popolazione etnicamente omogenea.

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