Durante i 50 anni di occupazione sovietica dei paesi baltici, le autorità che amministravano la “Repubblica Socialista Sovietica Estone” e nella “Repubblica Socialista Sovietica Lettone”, grazie al potere politico acquisito per la loro vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, erano ansiose di cancellare ogni traccia di etnia tedesca che era stata nei secoli passati. Numerose statue, monumenti, targhe o indicazioni stradali con la scrittura in lingua tedesca furono distrutte o alterate.
I più grandi cimiteri dei tedeschi del Baltico in Estonia, il cimitero di Kopli e quello di Mõigu, entrambi nati nel 1774, vennero completamente distrutti dalle autorità sovietiche. Il grande cimitero di Riga, la più grande cimitero dei tedeschi del Baltico in Lettonia, costruito nel 1773, vide la maggioranza delle sue tombe distrutte dai sovietici.
Nel novembre del 1950, nella Germania Ovest, i rappresentanti delle associazioni dei tedeschi del Baltico si incontrarono a Treysa (Assia) e fondarono la “Deutsch-Baltische Landsmannschaft” (Comunità dei tedeschi del Baltico). Il suo portavoce, Axel de Vries, è stato uno dei principali autori della “Charta der deutschen Heimatvertriebenen” (Carta dei tedeschi espulsi). Essendo uno dei fondatori del “Vereinigte Ostdeutsche Landsmannschaften” (Associazione dei Tedeschi dell’Est) dal 1957 al 1958 è stato il primo presidente della “Bund der Vertriebenen” (Lega degli espulsi).
Dal 1989, molti anziani tedeschi del Baltico, o i loro discendenti, sono ritornati in Estonia e Lettonia per cercare le tracce del proprio passato, le loro case ancestrali, e le loro storie di famiglia. In alcuni casi, questa è stata un’esperienza emotiva, in particolare per le generazioni più anziane, che vivevano nei Paesi Baltici prima del 1945. Spesso questa era la prima volta che avevano la possibilità di vedere i loro luoghi di nascita e le case della loro infanzia in oltre 50 anni.
I governi attuali di Estonia e Lettonia, che hanno riacquistato l’indipendenza nel 1991, giudicano generalmente positivamente i contributi dei tedeschi del Baltico nello sviluppo dei loro Paesi. Un’eccezione a questo punto di vista riguarda alcune critiche relative ai grandi proprietari terrieri che controllavano la maggior parte delle zone rurali dei Paesi Baltici fino al 1918.
Dopo che l’Estonia ha riacquistato l’indipendenza dall’Unione Sovietica il 20 agosto 1991, l’associazione della nobiltà dei tedeschi del Baltico inviò un messaggio ufficiale al presidente Lennart Meri dichiarando che nessun membro dell’associazione intendeva affermare alcun diritto di proprietà sulle terre estoni. Questo, in aggiunta al fatto che gli ambasciatori tedeschi in Estonia ed in Lettonia erano entrambi tedeschi del Baltico, contribuì a conciliare i tedeschi del Baltico con questi due paesi. La cooperazione tra le società tedesche del Baltico ed i governi di Estonia e la Lettonia ha compiuto il restauro di molte targhe ed indicazioni stradali in lingua tedesca, come monumenti a coloro che hanno combattuto nella guerra di Indipendenza del 1918-1920.
Oggi, i successori dei tedeschi del Baltico, per lo più residenti in Germania, hanno già stabilito contatti amichevoli con l’Estonia e la Lettonia. In entrambi i paesi può essere notato un crescente entusiasmo per l’apprendimento della storia e del patrimonio culturale dei tedeschi del Baltico. In Estonia sono state fondate due associazioni culturali per lo studio delle tradizioni comuni Le vecchie rivalità e la secolare storia comune possono ora essere viste e studiate con imparzialità e il dovuto rispetto per entrambi i partner.
Nel 1963 nella Germania occidentale si contavano circa 42.000 tedeschi provenienti dalla Lettonia e dall’Estonia, mentre circa 10.000 erano nella Germania orientale. Al momento della riconquista dell’indipendenza della Lettonia, molti tedeschi del Baltico sono tornati a visitare frequentemente la loro patria. Sono stati una risorsa preziosa per l’istruzione e la cultura Lettone. Anche se viveva ad Amburgo, Andrew Dietrich Loeber è stato così attivo in Lettonia, che è stato eletto come membro straniero della Latvian Academy of Science.
Attualmente in Lettonia, la comunità dei tedeschi del Baltico è costituita da circa 400
persone, alle quali si aggiungono quasi 500 persone provenienti da matrimoni tra
lettoni e tedeschi e sono attivi in diverse associazioni culturali
lettoni-tedesche. A questi tedeschi del Baltico vanno aggiunti più di 3.000
tedeschi di Russia, che sono state cacciati dalla loro patria sul Volga e che
hanno fatto la Lettonia la loro casa. I leader dei tedeschi di Russia hanno
costituito un’associazione denominata “Wiedergeburt in Lettland” (Rinascita in
Lettonia).