Cerca nel sito

Homepage l'ostsiedlung i tedeschi nei paesi Baltici i tedeschi in Polonia
i tedeschi nell’impero Austriaco i tedeschi nell’impero Russo altri insediamenti tedeschi
bibliografia siti amici mappa del sito

scrivimi



libro degli ospiti

© 2007-2012

 

sei in: i Germanici > i tedeschi nell’impero Austriaco > i Tedeschi d'Ungheria


stemma

L’Ungheria è da più di un migliaio di anni la patria comune di molti popoli. I tedeschi si sono trasferiti in diverse epoche, provenienti da diverse zone dell’attuale Germania, prima nella regione dei Carpazi e, successivamente, si sono sparsi costantemente in tutto il territorio di Ungheria. Già durante il 9° Secolo, arrivarono in Pannonia le prime stirpi provenienti dalla Franconia orientale.

x

Dopo l'espansione orientale dei Franchi, si insediò nella Pannonia una popolazione con lingua francone e bavarese. La nascita della Nazionale Ungherese portò un cambiamento riguardante l’insediamento tedesco e nuovamente si insediarono numerosi tedeschi, prevalentemente nel Bacino dei Carpazi.

In Ungheria sono venuti soprattutto cavalieri, sacerdoti, monaci e contadini ed hanno svolto un ruolo significativo per la cristianizzazione dell’Ungheria stessa. La popolazione tedesca ha svolto importanti ruoli nel campo militare, politico, religioso e per la vita economica del paese. Nell’11° secolo la popolazione in Europa occidentale è cresciuta con ritmo furioso ed ha fatto sì che gli agricoltori tedeschi migrassero ad est, verso aree scarsamente popolate.

Sotto il governo di Géza II della Casata degli Árpád (1141-1162), l’insediamento della popolazione di lingua tedesca aumentava in modo sempre più consistente. Le direzioni di questi insediamenti erano prevalentemente indirizzate verso l'Ungheria settentrionale e la Transilvania. Nei primi decenni del 12° secolo, il numero dei tedeschi cresceva sempre di più, incrementato da nuovi coloni e dalla naturale crescita della popolazione.

Nell’Ungheria medioevale si formarono due aree di insediamento: gli Szepes (Alta Ungheria: oggi appartenente alla Slovacchia centrosettentrionale) e il Königsboden (Sud Transilvania: oggi in Romania). Il compito dei coloni tedeschi (provenienti dalla Sassonia), era quello di colonizzare aree scarsamente popolate, coltivarle e contemporaneamente difendere i confini di tali zone.

Nel corso del 14° secolo le città del regno ungherese hanno vissuto uno straordinario sviluppo economico. Questo sviluppo è stato in primo luogo nelle città fondate dai Sassoni della Transilvania, nelle città degli Szepes, ma anche in molte città dell’Ungheria centrale fondate dai tedeschi.

Il continuo sviluppo della città ha fatto si che il Re Sigismondo, nel 1405, con una legge speciale, regolasse i diritti delle città stesse e, nello stesso anno, per la città di Ofen, la legge venne pubblicata nella lingua tedesca. Questa legge divenne successivamente un modello a livello nazionale.

Oltre alle città, lo sviluppo avvenne ovunque, favorendo anche l'industria ed il commercio. In questo momento il Regno ungherese viveva il suo apice e questo grazie ai sudditi tedeschi.

L'assalto dei turchi ha preso il paese proprio nel suo momento migliore. I turchi distruggevano tutto quello che incontravano, ammazzavano chi trovavano d’avanti, costringendo alla fuga i coloni. Ma questo durò per breve tempo ed il paese venne riconquistato. Dopo la riconquista del paese, tutto era da ricostruire, bisognava recuperare le zone devastate ripopolando i territori.

Tra i motivi economici e le opportunità militari degli insediamenti, svolgeva un ruolo importante anche politica “mercantile” adottata delle Corti nel 17° secolo ("Ubi Populus, Ibi obulus" - "Quando c’è il popolo, c’è il denaro"). Le zone di frontiera lungo il confine, difese dai coloni, ebbero un ruolo chiave nel sistema di difesa contro i turchi.

Alla fine del 17° secolo si era venuta a creare una nuova possibilità di colonizzazione tedesca dopo quella del Medio Evo (12°-13° secolo). La colonizzazione si svolgeva sia privatamente come pure promossa dallo Stato (le cosiddette ondate Sveve). In entrambi i casi gli obbiettivi erano gli stessi: lo sviluppo dell'economia, un’agricoltura più produttiva, un’industria specializzata.

Sino al 1712 si può solo parlare di insediamenti spontanei. Il desiderio degli ungheresi che appoggiavano l’insediamento, prese forma legale negli anni 1722/1723 da parte del Consiglio a Bratislava. I coloni provenienti da paesi stranieri erano sopratutto tedeschi cattolici.

I tedeschi, che si insediarono in Ungheria nel Medio Evo (negli Zips e nella Transilvania), provenivano dal nord e dal centro del Sacro Romano Impero di Germania. Invece i coloni tedeschi del 18° secolo provenivano dal sud e dall’ovest dell’Impero Tedesco. L'arrivo dei tedeschi venne organizzato dalla Camera di Corte e dall’aristocrazia.

Con la colonizzazione nel 18° secolo si vennero a formare sei nuove zone di insediamento tedesco in Ungheria, in aggiunta a quelle che esistevano già dal medio evo: le montagne centrali transdanubiane; il transdanubio del sudest comprendente la Turchia Sveva; l’Ungheria orientale comprendente la contea di Satu-Mare; la Slavonia e Syrmia; il Batschka; il Banato. Questi insediamenti nel 18° secolo cambiavano non solo la suddivisione regionale della popolazione del paese, ma anche la struttura del paese in generale.

La maggioranza dei coloni arrivati nel medio evo erano sopratutto cittadini con i privilegi feudali, mentre i coloni dei successivi insediamenti, accanto ai pochi artigiani arrivati, erano principalmente gli agricoltori che hanno lavorato come servi della gleba.

All’inizio del 19° secolo, il numero dei tedeschi nello Stato multietnico d’Ungheria, erano più di un milione. Ad Ofen, Pesth, Ödenburg o Fünfkirchen si era creata una fiorente cultura, venivano pubblicati in tedesco giornali, riviste, calendari, opere letterarie e scientifiche, ecc.

Il 9 febbraio 1812 venne innaugurato a Pest "il più grande teatro tedesco del mondo", in questa occasione Beethoven compose la musica per le anteprime mondiali di “Ungarns erster Wohltäter”, “Belas Flucht” e “Die Ruinen von Athen”.

Nel 19° secolo nacquero nuovi settori di industrie tedesche. La borghesia tedesca delle città, insediatasi ancora nel Medioevo, erano oramai completamente assimilati agli Ungheresi e questo lo si poteva notare anche dalla Magiarizzazione dei loro nomi.

Il numero dei tedeschi a Budapest si quadruplicava tra il 1869 ed il 1900. Nel 1910, circa il 10% della popolazione dell’Ungheria (19 milioni in tutto) era composta da discendenti dei coloni tedeschi. Tra questi vi erano più di 1 milione di agricoltori, mentre il numero di artigiani, operai e minatori era quasi mezzo milione. Tra questi vi erano circa 83.000 grandi e piccoli industriali.

Il duro lavoro delle generazioni ha raccolto i suoi frutti verso la seconda metà del 19° secolo. Gli insediamenti svevi ebbero un nuovo volto, vennero costruite case più grandi, le strade vennero pavimentate. Gli insediamenti vennero collegati sia con con la ferrovia che con nuove strade. Anche le chiese vennero abbellite, le vecchie scuole vennero ampliate e ne vennero costruite di nuove.

Le macchine agricole venivano utilizzate sempre più frequentemente. Nascevano associazioni e club, si attuava regolarmente la formazione professionale agricola. In Ungheria si attuava prevalentemente il metodo di produzione degli Svevi.

La fine della Prima Guerra Mondiale significò la dissoluzione dell'impero austro-ungarico ed il successivo disegno della nuova frontiera portò anche nella vita degli Svevi cambiamenti fondamentali. La parte orientale del Banato, la Transilvania, la Bucovina furono assegnate alla Romania, mentre la Jugoslavia ha ricevuto la parte occidentale del Banato, il Batschka e le zone a sud del Danubio e la Drava.

Solo il crescente nazionalismo del 19° secolo e la mirata politica d’assimilazione dopo l’appianamento ungherese del 1867, fece fondere la borghesia tedesca urbana in quella ungherese. Questa politica ha messo a dura prova gli abitanti tedeschi dei paesini, nonostante l'Ungheria abbia avuto una legge esemplare per le minoranze.

Per impedire la perdita della lingua tedesca, il germanista e ministro delle minoranze Jakob Bleyer, che insegnava in qualità di professore alla Pázmany università di Budapest, cercò dall'inizio degli anni 20 di promuovere con misure educative la consapevolezza del dialetto e dei costumi tedeschi.

Il coordinamento nel Deutsche Reich, dopo la presa di potere di Adolf Hitler, ha portato anche ad un cambiamento della politica nei confronti delle minoranze tedesche all’estero. Nel 1938 fu concordato dai governi fascisti di Berlino e di Budapest, la fondazione della federazione "etnica" come l’unica unione dei tedeschi d’Ungheria. Il governo ungherese cercava, con piccole concessioni, di tranquillizzare il partner alleato, il Deutsche Reich e sperava così di recuperare le zone perdute del 1920.

Con il poco soddisfacente andamento bellico, anche i tedeschi d’Ungheria dovevano essere impiegati per i servizi del Reich. La seconda sentenza arbitrale di Vienna autorizzò la Waffen-SS a reclutare i tedeschi d’Ungheria al servizio bellico. Molte migliaia di loro sono morti nella battaglia intorno a Budapest quando nel inverno del 1944/45 l'armata rossa conquistò la capitale ungherese.

La quasi millenaria amicizia tra i popoli della Germania e dell’Ungheria è stata distrutta dopo la seconda guerra mondiale a causa dall'espulsione della maggior parte dei tedeschi d’Ungheria. Alla fine del 1944, ancora prima della fine della guerra, circa 65.000 tedeschi d’Ungheria idonei al lavoro, vennero deportati ai lavori forzati nell’Unione Sovietica. Secondo indicazioni ungheresi circa 16.000 di loro  morirono.

Ancora durante la guerra il governo ungherese ordinò l'espropriazione alla popolazione d’origine tedesca delle proprietà agricole, comprese le case e tutto il loro contenuto spacciandola per una “riforma agraria”. Successivamente il governo ungherese chiese alle potenze vincitrici l’espulsione dall’Ungheria dei tedeschi, cosa venne autorizzata nell’agosto 1945 con l’accordo di Potsdam.

Il primo governo ungherese votato democraticamente, in una prescrizione del 22 dicembre 1945, con il pretesto della colpa collettiva, dispose l'allontanamento di tutti i tedeschi d’Ungheria che durante il censimento del 1941 avevano dichiarato di essere di nazionalità o di madrelingua tedesca. Circa il 90% dei tedeschi d’Ungheria erano minacciati dalla perdita della patria.

Già prima in alcuni paesi era iniziata l’espulsione per fare spazio per il previsto arrivo degli Aussiedler, (immigrati ungheresi provenienti dalla Slovacchia). Così il 27 Agosto 1945 gli abitanti tedeschi di Kaltenstein (Levél) furono portati nella vicina Zanegg (Mosonszolnok).

Nel gennaio 1946 ebbe l’inizio l’esecuzione dell’ordine d’espulsione in Germania, nella zona occupata dagli americani (il Württemberg del Nord, il Baden del Nord, la Baviera e l'Assia). Il primo paese colpito fu Wudersch (Budaörs) vicino a Budapest. Il governo militare degli USA rifiutò di accettare ulteriori trasporti dal 1 dicembre 1946. Nella zona d’occupazione americana, nel 1947 il numero dei tedeschi d'Ungheria accolti ammontava a 176.000. Su richiesta del governo ungherese l’URSS autorizzò il trasferimento di ulteriori 50.000 tedeschi d'Ungheria nella zona d’occupazione sovietica della Germania e dal 1947 al 1948 i trasporti si concentrarono solo in quella zona.

Complessivamente sono state espulse circa 49.300 persone nella zona d’occupazione sovietica, tra queste 46.300 in Sassonia. Molte persone sono fuggite nelle zone occidentali, ed alcune sono riuscite a tornare in patria (Ungheria).

Dopo l'espulsione

Per l’anno 1950 risulta l’immagine seguente: complessivamente 210.000 profughi tedeschi d’Ungheria vivevano al di fuori della loro patria, di cui 175.000 nella Repubblica Federale Tedesca, 10.000 in RDT, 20.000 in Austria e 5.000 in stati d'oltremare, principalmente nelle USA ed in Canada. Dai profughi residenti in Germania, circa 150.000 persone vivevano in Baden-Württemberg. Dal 1950 al 1999 arrivarono 21.400 tedeschi d’Ungheria nella Repubblica Federale Tedesca come rimpatriati.

I tedeschi d’Ungheria in Ungheria

220.000 tedeschi d’Ungheria sono rimasti in Ungheria. Durante gli anni ’50 era vietato di parlare il tedesco a scuola, nel pubblico e nella chiesa. I loro discendenti sono cresciuti senza conoscere la madrelingua ne la consapevolezza della loro appartenenza.  Dei 300 Comuni con maggioranza tedesca ne sono rimasti ancora sette.

Nel 2002 durante il censimento 33.790 persone hanno indicato il tedesco come madrelingua e 62.230 persone dichiaravano di essere di nazionalità tedesca.